di Serena
Dinelli
Piscologa, Circolo Bateson
Per cominciare voglio spendere due parole sul luogo da cui parlo. Quando si
parla, su qualsiasi tema, lo si fa sempre a partire da un luogo: da dove
personalmente si è.
Nel mio caso, oggi, il luogo da cui parlo è un progressivo risiedere nella
vecchiaia: questo sta cambiando molte cose nel mio modo di pensare.
Diciamo che, come spesso accade, quando ero più giovane parlavo da un luogo in
cui stavo costruendo la mia identità; e poi, più avanti, parlavo manifestandola
come tale.
Ho notato che sempre più l'invecchiare sta trasformando la mia identità in una
sorta di realtà impersonale. Cosa significa “diventare una realtà impersonale”?
Ciò che si manifesta è un'accumulazione che finisce ormai per esistere e operare
di per sé indipendentemente dai miei sforzi o dalle mie intenzioni. Per cui mi
sforzo molto meno che in passato, e ho meno intenzioni. E' una condizione
piacevole e ampia, che tende tra l'altro alla semplicità.
Invitata a commentare il lavoro di Paolo mi è parso basilare parlare con lui,
far risonare il mio personale palinsesto con il suo. Infatti quello che Paolo
propone è un progetto dentro cui entrare. Quindi, più che parlare sul progetto,
mi è parso che la strada fosse entrarci in onda con lui. E anche con Laura
Rossi, che ne è un'attiva interprete e nutrice, lavorando intensamente a
metterlo in connessione con il mondo.
Quando ci siamo incontrati per parlare di TazebAu le cose sono cominciate in un
modo davvero curioso. Una strana storia. Qualche tempo fa mi ero fatta dare da
un amico un cappello veneziano a tricorno nero, bellissimo, perché fantasticavo
di farne modellare per me uno più piccolo. Dopo che l'avevo provato era rimasto
abbandonato nel mio bagno. L'altra sera Paolo e Laura arrivano, lei va in bagno
e esce ridendo: ridono come matti e mi fanno vedere sull' I Pad la foto che
Paolo si era fatto a casa loro mezz'ora prima: con in testa il tricorno nero di
George Washington (il signore del dollaro che Paolo manipola da anni nei suoi
interventi artistici). Questa è una storia curiosa, data la scarsa probabilità
che oggi si ha di imbattersi nei tricorni. Ma è stato il primo salto imprevisto
con cui tutti e tre siamo entrati insieme nell'onda per esplorare la natura e la
storia del progetto TazebAu.
Cercando di capire insieme cos'è TazebAu Paolo ha detto una cosa su cui poi ho
rimuginato molto: “Questa non è arte, o non è solo arte: è una modalità
operativa e epistemologica che genetizza nuove potenzialità. L'artista è un
attivista (io direi un attivatore), gli altri lo aiutano a realizzare”. Paolo ha
definito gli attuali sviluppi di TazebAu “processo dendritico, curativo e
pedagogico”.
In questa conversazione dapprima andrò in traccia di alcuni aspetti molto
specifici del progetto, che abbiamo colto percorrendone la storia; e dopo ci
tornerò sopra con voi in modo più riflessivo.
Come sappiamo, la primissima fase del lavoro di cui l'attuale TazebAu è uno
sviluppo è stata la sperimentazione di riduzione del dollaro a una sorta di
Sindone di se stesso: una sua molteplice trasformazione con interventi chimici e
fisici che hanno portato il biglietto verde fino alle soglie estreme della
riconoscibilità/irriconoscibilità. Lo hanno portato anche ad una specie di
verginità, con scoperte inattese: per es. quando Paolo ha tolto dall'effigie del
dollaro le frecce, sostituendole con altri rami di olivo. E scoprendo solo dopo
che alle origini il dollaro frecce appunto non ne aveva, ma solo rami di olivo.
Questa prima fase ha avuto molti esegeti e non mi ci soffermo.
La fase successiva è stata lo sviluppo di TazebAu 2005: nel 2005 la Sindone del
dollaro, in 13 copie, è partita per il lungo viaggio verso la Cina, su un
itinerario di migliaia di km, in occasione dei 700 anni del viaggio di Marco
Polo. In questa fase si sono incrociati molti elementi: l'interesse di Paolo per
la creazione di opere da viaggio, che si è incontrata con il progetto di un
amico di fare questo lungo percorso in moto; l'apertura di Paolo a far lavorare
le persone con/per la sua opera, che si è tradotta nel mandato all'amico a far
firmare la Sindone del dollaro lungo il cammino a molte persone in 13 paesi
diversi. Persone le più disparate. Questo, come dice Paolo, ha anche
significato: “aprire all'amico canali insperati di incontro, con persone
raggiunte in sincronie non programmate, senza finalità cosciente, lasciando
accadere...” Sono le scene di firma, di incontro che vedete scorrere nel video
alle mie spalle.
Già in TazebAu 2005 c'erano ulteriori valenze. Una valenza era molto radicale,
se pensiamo che la carta moneta ci è venuta dalla Cina. Spedire il dollaro
ridotto a sindone in Cina era un'operazione molto forte: rimandare al mittente
la carta moneta in forma di sindone. L'operazione è stata fatta nel 2005 e fa
una certa impressione ritornarci oggi: in queste giornate di battaglie degli
indignati di tutto il mondo; e mentre l'antropologo David Graeber, che a New
York è accanto ai dimostranti di Zuccotti Park, sta tentando una rimessa in
questione basilare dei fondamenti del pensiero sul denaro.
L'operazione TazebAu 2005 aveva anche un'altra valenza aperta, che tale per ora
è rimasta: eventuali ricavati dovevano andare a migliorare il reparto pediatrico
oncologico di un ospedale sull'Ararat. C'era cioè già un'esplicita ricerca di
attivazione di una bonifica, e per di più in un luogo che tutti ricordiamo come
approdo di salvezza dopo il Diluvio Universale.
Il viaggio cinese è continuato con la nuova fase attuale, TazebAu 2011: TazebAu
2011 è un'estensione al cielo ed è ancora una volta caratterizzato dal creare
sincronie e relazioni, dall'intersecare cose apparentemente lontane, che, come
dice Paolo, incontrandosi creano un ordine superiore.
Ci sono vari aspetti specifici degni di nota di questa nuova fase. La sindone
del dollaro è andato in cielo e gira attorno alla Terra. Lo fa su un satellite
progettato e creato da un gruppo di giovani studenti di astrofisica e di
liceali, riuniti in una ?uipe guidata da una donna. Tutte queste persone hanno
segnato la sindone con la loro firma. Il satellite ha il compito di monitorare
la spazzatura spaziale. Il missile che l'ha portato su era a suo tempo un
missile a testata nucleare di quelli che hanno per decenni fatto l'incubo
dell'Occidente. Ora è riconvertito a scopi di pace, e ha una funzione di
bonifica ed è usato in un contesto pedagogico.
Il satellite è per Paolo è la sua galleria d'arte planetaria, ma soprattutto una
piattaforma story teller, che raccoglie e fluttua, superando tutte le frontiere.
"Mandare storie in orbita per riprendere i nostri aquiloni e arcobaleni." Paolo
e la sua opera come cosa fluente che lega e rilega le cose.
“Potenza epistemologica. Implementazione sensoriale, cinematografica”.
Ritornando con la mente a quello che ci eravamo detti, mi è parso tutto molto
chiaro. Quando ho cercato di scrivere si è oscurato. E non so se ora riuscirò a
disseminare tracce per comunicare quello che mi sembrava così chiaro.
Per un primo aspetto chiedo aiuto a Bateson ormai vecchio. Prendo l'intervista
che Bateson fece nel 1979, poco prima di morire, al Dartington College “In cerca
del sacro”. "La coscienza... è un procedimento miracoloso, bellissimo... ma ciò
di cui sono cosciente alla fine è una sottrazione dalla totalità e la totalità
non può essere riferita alla coscienza... La coscienza tende a concentrarsi,
mentre nozioni come il sacro e il bello tendono sempre a cercare l'ampiezza, il
tutto."
Chiede poi l'intervistatore: "Sarebbe corretto dire che l'estetica è questo
rapido sguardo unificante che ci rende consapevoli dell'unità delle cose che non
è la conoscenza?"
E Bateson: “Giusto. E' qui che voglio arrivare. Quel lampo che appare nella
coscienza come disturbo della coscienza, questa è la cosa di cui sto
parlando.".... Intervistatore: "Vuol dire che rendendo tutto chiaro e logico e
collegando tutto in modo lineare, abbiamo perduto la parte sacramentale del
nostro essere?"
Bateson: "Non proprio. Abbiamo perduto una globalità dell'essere che
comprenderebbe "questa" e insieme l'"altra" parte. Non voglio dire che il
cervello della fantasia, il cervello del processo primario, sia quello
sacramentale... Il danno è la separazione. La sacralità è l'unione. Il sacro è
la connessione, la connessione totale, e non il prodotto della spaccatura”.
Mi sembra che TazebAu si collochi qui, ed è difficile parlarne precisamente
perché è un disturbo per la coscienza. E perché lavora a farci superare le
separazioni. Paolo definisce la sindone di dollaro in volo dentro il satellite
nello spazio "una piccola password per superare i limiti". E parla di
"Commissariare il cielo, far accadere l'emergenza che rivela un'altra storia,
che non sarà una ma molte”. Dice sempre Paolo: “ Questi processi aiutano a
creare una realtà che va al di là delle occorrenze ridotte in cenere”. E : “...
Rimettere le nostre potenzialità in una nuova territorialità indicibile: l'idea
rotola e ingravida il mondo. Sviluppo dendritico.”
A volte Paolo usa la parola “brividità”, mentre accenna a toccarsi il volto
sensibile:
per evocare il sentire sulla pelle l'apertura di nuovi canali che connettono
mentre Taze bau va in giro. Per chi, come me, sa la crucialità del tatto, della
sensibilità cutanea nello sviluppo umano, questo colpisce. I pori, la pelle,
sono il primo luogo di scambio tra noi e il territorio universale in cui siamo
immersi e di cui facciamo parte, di cui siamo una manifestazione. E' il
primissimo basilare livello a cui cominciamo a costruire mappe. Appunto: sono
mappe molto diverse da quelle che poi costruiamo con altre forme di coscienza.
Programma implicito di Taze bau è “rivisitare aree abbandonate del mondo,
rimetterle in memoria, renderle ri- visibili. “Ridare nuovi nomi e nuovi volti a
territori perduti”. “Una grande mente ruota attorno al rettangolino del dollaro,
e questo genetizza un'altra realtà che si può avverare”.
In realtà la crisi su cui lavora Paolo, quella che stiamo attraversando, ci
richiama a mettere in circolo creatività. I processi creativi in genere
avvengono felicemente in un misto di alta concentrazione e grande distrazione.
Quando ci si arrovella e poi si fa un inatteso salto di livello. E' questo che
li rende apparentemente misteriosi. Mi piace qui citare il nostro Gauss: Gauss,
riferendosi a un teorema di aritmetica che si era invano sforzato di dimostrare
per anni, scrisse che: "la soluzione dell'enigma mi si presentò come una
folgorazione improvvisa. Io stesso non saprei dire quale sia stato il filo
conduttore che collegò ciò che già sapevo a ciò che rese possibile il mio
successo".
Caro Paolo,
C'è un altro aspetto di cui voglio parlare. Mi sembra che TazebAu sia in questo
senso la creazione di un contesto di apprendimento per tutti coloro che con esso
entrano a vario titolo in contatto. Noi persone coinvolte possiamo darci molte
spiegazioni colte e intellettuali di ciò che stanno facendo partecipandovi. Ma,
al di là di questo, stiamo mettendoci in relazione fra noi e con il progetto in
modi che vanno al di là. Tra l'altro entrano tra loro in contatto, rimescolando
le loro epistemologie, persone diversissime, che nella segmentazione sociale
consolidata non avrebbero alcun motivo per incontrarsi e rischiare di pensare
qualcosa insieme. Le relazioni che ne nascono sono ora più consistenti, ora
fugaci, ma credo che dendriticamente si sviluppino in modi imprevedibili,
magari, chissà, nei nostri reciproci sogni o in imprevisti scarti nel nostro
modo di conoscere o di relazionarci. Diceva Bateson, sempre nell'intervista, che
la “ sacralità ha qualcosa a che fare con questo coprire e scoprire componenti
più profonde”, e precisa: “discoprimenti di ciò che si sapeva già prima”. Diceva
anche, nella sua ultima conferenza sempre del '79: “Il contesto di apprendimento
è intrecciato all'interno di una relazione globale e non ha il netto risalto
dell'incidente isolato”. Sono queste le complessità che si incontrano, e in cui
noi siamo invitati a muoverci, entrando in TazebaAu.
Roma, 2011
Serena Dinelli
Piscologa, Circolo Bateson
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critici
Testi critici sulla trattazione del denaro nell'opera di Paolo Monti
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MUSIS
▪ Paolo Monti e TazebAu
TazebAu al Circolo Bateson
in moto da Venezia a Pechino, 2005
TazebAu messaggero di pace
un filo per. . .
TazebAu moneta relazionale
architettura delle relazioni ambientali
TazebAu vettore di futuro
Lift▪off Sindone 21' 37", 2011
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