di Lucilla
Ruffilli
Laboratorio Epistemologico Pensare
per Storie, Circolo Bateson
Presentazione del video:
DUNE | sandpile Polo Scientifico e Museale per la produzione e
divulgazione dell’arte contemporanea, antistante l’aeroporto internazionale di
Fiumicino-Leonardo da Vinci.
Una voce narrante esplicita l’epistemologia sottesa nell’opera di Paolo e Laura,
la tesi con cui si sono laureati in architettura nel 2002: 1
“Quando si separa la mente dalla struttura in cui è
immanente, come un rapporto umano, la società umana o l’ecosistema, si commette
un errore fondamentale, di cui a lungo andare sicuramente si soffrirà”.
Sono parole di Gregory Bateson che mi hanno accompagnato nell’ascolto, hanno
guidato i miei stessi pensieri: Il titolo: ... Dune Sandpile (Modello del mucchio di
sabbia) Polo scientifico museale per la produzione e divulgazione dell’arte
contemporanea, antistante l’aeroporto internazionale di Fiumicino-Leonardo da
Vinci ...
Dune, colline di sabbia che il vento ha modellato, si spostano e cambiano forma
a seconda
della direzione e forza del vento. Le dune del litorale di Fiumicino: il
progetto ha il nome del paesaggio in cui è immerso.
Modello del mucchio di sabbia. Sand pile, granelli di sabbia che
si accumulano fino a un punto critico.
Nel 1988 i fisici Per Bak, Chao Tang e Kurt Wiesenfeld scossero la comunità
della fisica inventando il modello del mucchio di sabbia, un modello di criticità
auto-organizzata.
2 Se infatti si aggiungono
lentamente dei grani di sabbia su un piano orizzontale circolare (a partire da
una qualunque distribuzione iniziale all’equilibrio), si viene a formare una
pila di sabbia di superficie conica. Aggiungendo altri granelli di sabbia si
possono creare sulla superficie conica valanghe che assumono dimensioni
variabili, descrivibili con opportune leggi di distribuzione probabilistica.
Immaginate una tavola circolare a cui a poco a poco aggiungiamo della sabbia con
una frequenza costante. In un primo tempo il mucchio di sabbia a geometria
conica cresce con una pendenza caratteristica dipendente dal tipo di sabbia
(grado di umidità, grandezza dei granelli, e così via). A ciascun luogo della
tavola si può dare un valore associato alla pendenza del mucchio. La pendenza
cresce quando i granelli di sabbia sono causalmente aggiunti, fino a che non
supera un valore di soglia, il mucchio allora collassa formando altri mucchi,
aggregati locali che danno luogo a patterns anche molto belli.
L’aspetto straordinario di questo sistema3
è che a differenza di altri fenomeni critici che riguardano una grande quantità
di particelle, come le transizioni di fase gas/ liquido o solido/ liquido, dove
il punto critico si ha a una determinata temperatura e pressione (punto di
condensazione e di liquefazione), qui, quando la sabbia cade lentamente,
l’aggiunta di un ulteriore granello di sabbia può causare il crollo dell’intera
pila o può non succedere niente: non esiste un algoritmo per prevedere
l’evoluzione del sistema che è criticamente auto-organizzato. Non c’è
correlazione tra la risposta del sistema a una perturbazione e la perturbazione
stessa.
versati
28 milioni di granelli di sabbia
Un sistema complesso autocreativo che evolve nello spazio possibile adiacente,
una rete di semplici processi interdipendenti che generano nel tempo una
struttura. Il sistema sabbia/ambiente nella sua evoluzione inventa ogni volta
una propria storia, è infatti un sistema dinamico criticamente auto-organizzato.
Parliamo quindi della complessità.
Nel ‘900 il paradigma della complessità è entrato a pieno titolo nelle scienze
della natura.
Scienziati come Prigogine, Bateson, Maturana e Varela hanno gettato un ponte
sull’abisso
che separava la scienza meccanicistica settecentesca dal mondo della vita. Nelle
leggi fisiche si incorpora una dimensione evolutiva, creativa.
Scrive Prigogine nella introduzione al libro “La fine delle certezze”
nel 1996:
Stiamo assistendo all’emergere di una scienza che non si limita più a
studiare situazioni semplificate, idealizzate, ma che ci mette di fronte alla
complessità del mondo reale: una scienza che consente alla creatività umana di
vivere se stessa come l’espressione singolare di un carattere fondamentale che è
comune a tutti i livelli della natura. In un universo creativo l’uomo ha
scoperto che tentare di dominare e manipolare la natura ha un prezzo, anche
elevato, ma ha ritrovato il suo posto, il suo paradiso perduto. Non domina la
natura, ma ne fa parte.
Il modello Sandpile presenta invarianza di scala e geometria frattale.
4 Sistemi dissipativi e lontani
dall’equilibrio formati da un gran numero di particelle che interagiscono in
modo non lineare, come la sabbia, possono portare all’emergere di strutture
organizzate di grande complessità. La forma di queste strutture è indipendente
dalla scala da cui le si guarda.
Gli esempi di strutture complesse autosomiglianti sono ormai moltissimi e questo
campo si sta rapidamente espandendo anche al di fuori delle discipline
scientifiche tradizionali. Certamente tutte le strutture frattali godono di tale
proprietà. Queste strutture si possono identificare in moltissimi campi della
fisica, ma anche della biologia e delle scienze socio-economiche. Notevoli
esempi si possono trovare in biologia, sia dal punto di vista della fisiologia
sia da quello genetico ed evolutivo, la struttura dei polmoni, dei vasi
sanguigni e dei neuroni mostra proprietà di invarianza di scala ed
essenzialmente frattali, anche i processi evolutivi, come le biforcazioni delle
specie e le estinzioni, mostrano zone irregolari intervallate da grandi
fluttuazioni.
I concetti della fisica statistica si rivelano fondamentali là dove la natura ci
presenta l’immagine della creatività, della novità imprevedibile.
Nell’universo c’è una creatività che rimanda ai territori del sacro, dove gli
angeli esitano a mettere il piede. Se dico ‘c’è molto pensiero in una rosa’
rimando al rapporto misterioso e sacro tra mondo visibile, la realtà effettuale,
e mondo invisibile, quello della mente e del simbolo.
Simbolo era il nome della tessera che veniva spezzata in due, per essere nel
tempo ricomposta a testimoniare un’unica origine. Una frattura da ricomporre, un
confine che separa e distanzia. Un’opera d’arte o un evento artistico ben
riusciti costituiscono da questo punto di vista la parte visibile della tessera.
5 ‘Nella quale si specchia
un’intera vita spirituale che, sebbene invisibile costituisce elemento
integrante di quella visibile‘.
Il valore della metafora nelle opere di Paolo ha a che fare con questi rimandi,
ogni cosa è
sempre qualcos’altro, c’è sempre una relazione.
6 Se una metafora è
qualcosa attraverso cui noi possiamo pensare e magari qualcosa attraverso cui
noi possiamo creare/scoprire noi stessi, potremo forse scoprire metafore
differenti per il nostro mondo e costruire così modi differenti di stare in esso?
La tecnologia non per simulare la realtà, ma per una diversa immersione nella
realtà, per sperimentare e vivere esperienze sensoriali che ci raccontano storie
sul nostro stare al mondo. Paolo Monti non costruisce performance
estetizzanti, ma permette che accadano eventi che ci raccontano la meraviglia
del vivere.
Una metafora accosta l’impensabile, conservando il mistero fa luce, mette
insieme esperienze dissimili, contrastanti: ci possiamo ‘sedere sul domani’,
essere erba, lupi. Evoca una natura simbolica, due metà disgiunte ma unite in
una tensione creativa.
L’opera di Paolo e Laura ha questa tensione.
Un edificio che è anche una metafora della vita. Scopo dell’artista, per Paolo,
è ricordare all’uomo l’estetica dell’essere vivi, vale a dire l’appartenenza a un sistema
che lo comprende.
Il sillogismo della metafora, scrive Bateson, è il sillogismo in erba
L’erba è mortale
L’uomo è mortale
L’uomo è erba
Nel sillogismo in erba l’uomo è metaforicamente erba. Accostare l’uomo all’erba
ci fa capire molte cose sull’uomo e sull’erba senza spiegare, lasciando le
pieghe della complessità.
Si può costruire un edificio che ci isoli dall’ambiente esterno, una casa
impermeabile agli odori, ai rumori, indifferente a variazioni di temperatura. Un
edificio che è un fortino sicuro e inespugnabile. Che ci protegge
e comunica con l’esterno solo quando noi lo decidiamo aprendo porte e finestre.
E’ interessante che alcune case della Toscana avevano porte speciali per far
uscire i morti. Porte murate che venivano aperte solo nel giorno del funerale
per poi essere di nuovo murate.
Oppure un edificio con pareti comunicanti in modo autonomo con l’esterno, pareti
che sentono il vento, che sentono rumori … Paolo usa materiali
tecnologici a questo scopo. Forse nell’edificio avverranno eventi che ci
potranno collegare con fili complessi e misteriosi ai rumori del satellite nel
cosmo, alla temperatura del nostro corpo, a persone lontane …
L’edificio un organismo vivente. Un sistema vivente, come
l’acrobata che rimane sul filo. Un sistema aperto, con scambio di energia e
materia con l’esterno chiuso dal punto di vista dell’organizzazione. Nessuna
delle sue trasformazioni può essere spiegata come una funzione degli stimoli
dell’ambiente, non sono semplici risposte adattative, esso si modifica in base
alla propria struttura e organizzazione. Un sistema autonomo capace di
auto-organizzarsi e di subordinare i cambiamenti strutturali alla conservazione
della sua stabilità, ovvero all’invarianza della sua identità, nel caso
dell’acrobata la possibilità di rimanere sul filo.
L’accostamento metaforico con il vivente ha una valenza simbolica, rimanda a
miti lontani nel tempo ma sempre vivi, la Terra Madre, il sacro dell’agire in un
mondo sottilmente interconnesso dove alcune cose possono essere segni di
qualcos’altro, realtà più ampie del loro essere degli oggetti.
7 L’abilità artistica è un
combinare molti livelli mentali inconsci, consci ed esterni per asserire la loro
combinazione.
Scrive Bateson: 8 le cose
come l’arte e le cose come la poesia e la preghiera ritmica o quant’altro in un
certo senso non sono scoperte, o meglio sono scoperte nel senso etimologico e
letterale della parola. Sono discoprimenti di ciò che si sapeva già prima. La
sacralità ha qualcosa a che fare con questo coprire e scoprire componenti più
profonde. L’arte non è soltanto puro piacere.
9 L’arte è anche una lente per
vedere noi stessi, la nostra vita, il nostro mondo. Essa ci mostra la verità.
L’epistemologia alla base dell’opera di Paolo, della tesi sostenuta insieme a
Laura rimanda a una intima sacralità della scienza, a un suo umanesimo profondo,
alla meravigliosa creatività della biosfera.
Sostenere che l’universo è vivo e creativo vuol dire anche che non tutto è
prevedibile perché l’universo naturale, la biosfera e la cultura umana sono
soggetti a evoluzione. Se noi crediamo che una legge scientifica sia una
descrizione a priori sintetica di quello che accadrà, allora questa evoluzione
non è pienamente descrivibile da una legge naturale. Proprio a
causa della creatività non sappiamo sé possiamo sapere cosa ci riserva il
futuro.
Paolo ci invita a pensare, sperimentare e vivere un mondo dove non esistono solo
fatti, eventi senza significato, dove la biosfera costruisce se stessa e si
evolve usando la luce del sole e altre forme di energia libera, rimanendo una
totalità coerente nel cambiamento, dove noi siamo co-creatori pienamente
responsabili delle nostre azioni.
10 Se siamo membri di un universo
dove abbondano l’emergenza e la creatività incessante… allora il conseguente
senso di sacralità verso la vita e il nostro pianeta ci aiuterà… a guarire la
scissione tra ragione e fede, tra scienze naturali e discipline classiche, a
lenire la carenza di spiritualità, a rimarginare la lacerazione prodotta dalla
falsa convinzione riduzionista che viviamo in un mondo di fatti senza valori e
ci aiuterà al contempo a edificare un’etica globale.
La mente è più grande del cielo perché se li metti fianco a fianco l’una contiene l’altro facilmente e te anche La mente è più profonda del mare perché se li tieni blu contro blu l’una assorbirà l’altro Come una spugna un secchio La mente ha giusto il peso di Dio perché alzali libbra su libbra ed essi differiranno semmai come suono da sillaba
- Emily Dickinson
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Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi marzo 2000 p.528
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www.treccani.it/enciclopedia/sandpile-model_Enciclopedia_della_Scienza_e_della_Tecnica)
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Stuart Kauffman Reinventare il sacro, Codice Edizioni, Torino 2010 (2008)
-
www.treccani.it/enciclopedia/il-semplice-e-il-complesso-dalla-fisica-alla
biologia_(Frontiere_della_Vita) e anche Leggi di scala, Enciclopedia della
Scienza e della Tecnica (2007) di Luciano Pietronero
-
Silvano Tagliagambe, Epistemologia del confine, Cortina p.250
-
Susan
Oyama, L’occhio dell’evoluzione, Giovanni Fioriti Editore 2004 (1998) p. 150
-
Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi marzo 2000 p.505
-
Gregory Bateson, Una sacra unità,Adelphi 1997 p.450
-
Stuart Kauffman Reinventare il sacro. Codice Edizioni, Torino 2010 (2008)
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Kauffman Reinventare il sacro, posizione 372 di 5905
Badia Prataglia, agosto 2014
Lucilla Ruffilli
Laboratorio Epistemologico Pensare per Storie, Circolo Bateson
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