di Roberto
Somma
Ingegnere, Thales Alenia Space
La natura ci manda i suoi messaggi, ci trasmette il suo stato di salute o la sua
sofferenza, ma la stessa natura non ci ha dato occhi per leggere tutti i suoi
messaggi.
I nostri occhi vedono i colori dal rosso al violetto e ci vedono male se
l’illuminazione è scarsa, ma gli occhi dei gatti riescono a vedere con scarsa
illuminazione molto meglio di quelli dell’uomo ed i serpenti individuano la
presenza di animali a sangue caldo, le loro possibili prede, perché “vedono” il
loro calore.
Lo stesso può affermarsi per le nostre orecchie che percepiscono suoni compresi
fra un tono minimo ed uno massimo oltre i quali ci sono gli infrasuoni e gli
ultrasuoni che noi non sentiamo mentre i cani sentono gli ultrasuoni, balene e
delfini ci comunicano, pipistrelli ci individuano ostacoli al buio.
Insomma, molte informazioni importanti per comprendere lo stato del nostro
pianeta vengono diffuse da segnali non percepibili dai nostri sensi. Ecco allora
che l’uomo, progredendo nella sua conoscenza dei fenomeni della natura e del
loro modo di manifestarsi, ha esteso i suoi “sensi” tramite lo sviluppo di
“sensori” in grado di leggere tali manifestazioni e di tradurle in
rappresentazioni a lui intellegibili.
Con la conquista dello spazio l’umanità ha guadagnato un punto di vista unico
per osservare la Terra, cosa che le ha fatto maturare la consapevolezza che il
nostro pianeta è un sistema complesso, una sorta di organismo vivente nel quale
gli organi e le funzioni (biosfera, criosfera, idrosfera, atmosfera, etc.)
interagiscono per determinarne lo stato di salute.
Allora sono stati portati nello spazio i nostri “sensi”, dapprima gli occhi
(macchine fotografiche, telescopi, telecamere) poi i “sensi addizionali”, frutto
della tecnologia e capaci di vedere l’invisibile (radiometri, sensori
nell’infrarosso e nell’ultravioletto, etc.), ma anche sensori in grado di
“interrogare” l’ambiente per sollecitare una risposta (radar, lidar, etc.).
Insomma una dotazione di strumenti che ci permettono di seguire l’evoluzione del
nostro pianeta, sia dovuta a cause naturali (cicli climatici, eruzioni
vulcaniche, terremoti, etc.), sia determinata dalle attività dell’uomo,
purtroppo troppo spesso dannose per l’ambiente (inquinamento, deforestazione,
gas serra, etc.).
Strumenti dai cui dati elaborati si producono nuove immagini della Terra, non
quelle che vedremmo con i nostri occhi, ma rappresentative di fenomeni
invisibili ad essi, le cui forme ed i cui colori ci trasmettono informazioni su
fenomeni quali la velocità di scorrimento e lo scioglimento dei ghiacci polari
che ci permette di valutare il riscaldamento del nostro pianeta, la mappa della
concentrazione di biossido di carbonio e di altri gas inquinanti nell’atmosfera,
l’inquinamento dei mari, le mappe delle correnti marine, l’utilizzazione dei
suoli e, in alcuni casi, anche aspetti del sottosuolo (discariche, manufatti,
stratigrafi, …) e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Strumentazione utilizzata non soltanto per osservare la Terra, ma anche per
esplorare l’Universo, dai fenomeni che avvengono a distanze incredibili e quindi
avvenuti miliardi di anni fa, ai nostri vicini, i pianeti e gli altri corpi del
sistema solare, la cui conoscenza contribuisce ad approfondire quella del nostro
ed alcuni dei quali potrebbero essere la meta dell’esplorazione umana al di
fuori del nostro pianeta ed i primi passi della sua espansione al di fuori di
esso.
Vedere l’invisibile con i “sensi addizionali” diviene Arte con
Paolo Monti, come già magistralmente rappresentato in una delle sue prime
opere Flussi articolati di caldi e di freddi emanati da soggetti/oggetti
termici definiscono immagini cangianti del 1995.
Un cambiamento di immagine avvenuto anche nell’opera Sindone 21’ 37”,
un dollaro-trasformato che, ospitato nel satellite
Edusat, del Gruppo di Astrodinamica Università degli Studi
Sapienza, sta viaggiando in un’orbita attorno alla Terra, un satellite
che data la distanza non è “visibile” con i nostri occhi, ma ci comunica la sua
posizione, e quella del dollaro-simbolo, attraverso gli
“invisibili segnali radio” fornendo una possibile risposta alla
domanda Track Money: Where’s George?
Roma, Maggio 2013
Roberto Somma
Ingegnere, Thales Alenia Space
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testi selezionati
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critici
Testi
critici sulla trattazione del denaro nell'opera di Paolo Monti
tazebAu
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progetto itinerante
MUSIS
▪ Paolo Monti e TazebAu
TazebAu al Circolo Bateson
in moto da Venezia a Pechino, 2005
TazebAu messaggero di pace
un filo per. . .
TazebAu moneta relazionale
architettura delle relazioni ambientali
TazebAu vettore di futuro
Lift▪off Sindone 21' 37", 2011
Coopartecipatori al progetto TazebAu
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