di Stephen
Lynch
Collezionista privato
Non sono un esperto di arte ma amo le cose belle. Amo vivere in una città dove
si incontra gente che propone idee nuove e coltiva con passione il lavoro che
svolge, il passatempo che segue, quello che studia, i progetti che realizza.
Significa scendere per strada e trovarsi in contatto con persone che scambiano
idee, opinioni, e stimolano l’intelletto.
Tutto questo fermento contribuisce a creare la città ideale perché si vedono i
risultati di
questa passione nelle conversazioni al bar la mattina, a cena con amici e in
famiglia, oppure dal lavoro che si genera e dall’ offerta culturale che si
presenta.
Mi sono appassionato al lavoro di Paolo Monti quando l’ho visto per la prima
volta alla
Quadriennale di Roma nel 1996. Diversi mesi dopo ho conosciuto l’artista per
caso a cena da amici e quando mi sono reso conto che fosse la stessa persona di
cui ho ammirato l’istallazione alla Quadriennale ho cercato di fare subito la
sua conoscenza.
Abbiamo parlato della sua arte. Mi sono complimentato perché l’opera che aveva
portato alla Quadriennale mi aveva profondamente emozionato. Ho detto a Paolo
che mi piaceva collezionare opere sopratutto di autori conosciuti personalmente
e gli ho chiesto se potevo vedere altre opere. Nella nostra conversazione Paolo
ha manifestato il suo desiderio di andarsene da Roma perché era difficile vivere
come artista in questa città.
Ho passato una piacevole serata con Paolo e sua moglie Laura. Ho espresso il mio
pensiero di vivere in una città ideale dicendo che sarebbe stata una perdita per
Roma se un artista come lui fosse andato via. Devo ammettere che non solo
l’opera che ho visto alla Quadriennale mi ha fatto capire che avevo conosciuto
un artista particolare ma la lunga conversazione che ho avuto con Paolo quella
sera mi ha rivelato una persona con una sensibilità intellettuale notevole. Ho
chiesto se fosse stato d’accordo a sviluppare un progetto insieme a me così
potevo incoraggiarlo a rimanere a Roma. Paolo ha risposto di si perché “é
possibile andare oltre”.
Da quel momento ho collaborato con Paolo finanziando una serie di iniziative che
gli permettevano di trasformare idee nuove in bellissime opere. Questa sera sono
esposte una serie di opere che sono state create dal 2000 ad oggi le quali però
sono esposte per la prima volta qui.
Non sono un esperto di arte ma dopo quasi 20 anni che frequento Paolo Monti posso dire
che
conosco bene la definizione di artista contemporaneo. Paolo è un artista
contemporaneo che: le “cazzate” che dice le fa. È cosi!
Devo aggiungere che quelle “cazzate”, sono una vera e propria visione che,
spesso,
solo a fatto compiuto diventa comprensibile.
C’é una opera qui dove si vede un missile che va nello spazio. Quella è un’
opera
completa che porta in orbita un’opera, il TazebAu,
un fottuto dollaro sbiancato firmato da studenti, ricercatori e scienziati del
Gruppo di Astrodinamica dell’ Università degli Studi La Sapienza (GAUSS) che
hanno permesso a questo pazzo di appendere l’opera nel loro satellite finanziato
dall‘ Agenzia Spaziale Italiana che è stato messo in orbita nel 2011 dal Centro
Spaziale di Yasny (Russia) e adesso orbita intorno al mondo.
Scusate ma c’è qualcuno del gruppo GAUSS qui?
La storia di quest’ opera contiene una delle più grandi cazzate che ho mai
sentito in vita
mia.
Paolo stava realizzando il TazebAu,
l’opera del dollaro sbiancato che dicevo prima, e
inizia a chiedere alle persone di firmarla. Man mano che si riempie di firme si
trasforma
da simbolo di potere finanziario a simbolo di pace e fratellanza.
Quando chiedevo a Paolo perché l’idea fosse cosi bella passava delle ore a
spiegarmi come era importante e come sarebbe stata firmata da popoli interi e
come George sarebbe diventato ancora più importante e potente di quello che era
già. Per quelli che non conoscono il lavoro di Paolo, George è George
Washington, l’icona che adora di più e che troviamo sul biglietto da uno
dollaro.
Paolo viene a sapere che c’era una commemorazione del viaggio di Marco Polo in
Cina e un gruppo di motociclisti hanno deciso di organizzare il Marco Polo
Motoraid che partiva da Venezia e attraversava 13 paesi per arrivare a Pechino.
Un suo amico ne faceva parte e Paolo li ha incaricati di portare 13 dollari
sbiancati con sé. Il Motoraid ha impiegato sei settimane per arrivare a Pechino.
In ogni paese hanno chiesto a diverse persone del posto di firmare il dollaro.
Seguendo attentamente le istruzioni di Paolo, hanno fotografato ogni persona che
firmava.
Paolo mi ha chiesto di portare un po’ di dollari sbiancati in America, li ho
fatti firmare un paio dai miei amici e parenti.
Ho capito che era un’opera partecipativa e metaforicamente fra le più grandi
opere fatte
dall’ uomo che si estende dall’Italia sino alla Cina e Stati Uniti. Ho pensato
che fosse un’opera geniale e Paolo si è comportato come un tipico artista
contemporaneo, la sua idea iniziale che mi sembrava così ambiziosa alla fine
l’ha realizzata ed é bella!
Però la cazzata più grande Paolo la disse qualche tempo dopo.
“Lancerò il TazebAu nello spazio”.
Non so con precisione come Paolo abbia conosciuto il gruppo GAUSS alla Sapienza
che stava preparando un satellite da lanciare nello spazio. Ha spiegato loro
l’opera TazebAu e che voleva mettere
una banconota sbiancata nel satellite. Si è messo d’accordo per far firmare la
banconota a tutto il gruppo di lavoro. Il 17 Agosto 2011 Paolo ha mandato il suo
TazebAu nello spazio.
Lo sapevate che l’Italia ha un artista che ha mandato un opera in orbita e
questa persona
incredibile vive a Roma ed adesso e tra noi?!
Il TazebAu è dunque adesso nello
spazio e Paolo dice che lui ha una galleria orbitante.
Si, è vero, ma non si può vedere, si può solamente monitorare a distanza
l’orbita del satellite che la ospita.
Sarei più felice se le opere di Paolo si vedessero nelle gallerie qui in terra,
nei musei, nelle case di tutti noi. Siamo fortunati perché questa sera vediamo
sette opere nuove di Paolo.
Roma, 28 marzo 2015
Stephen Lynch
Collezionista privato |