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Il denaro, il ritratto e la quarta dimensione.
Sulle opere di Paolo Monti

 

di Friedemann Malsch
Direttore del Museo d'Arte Contemporanea di Liechtenstein

Paolo Monti, CASH / Denaro Contante, 1991 - “Banconote in corso determinano temporaneamente la dimensione di un parallelepipedo con esse formato”

Quando agli inizi degli anni ‘90 ho incontrato Paolo Monti, egli mi ha mostrato opere, il cui soggetto era esclusivamente la banconota. Ammucchiate, tagliuzzate o trattate in altro modo, le banconote ruotavano sempre intorno al sistema astratto della determinazione del valore delle stesse. A prima vista, l‘approccio di Monti mi appariva inserirsi tipicamente sulle orme di Joseph Beuys e Marcel Broodthaers, essi stessi eredi del capostipite Marcel Duchamp nel tematizzare – l‘uno attraverso l‘impegno, l‘altro attraverso l‘ironia – la contestualità dell‘arte. Duchamp, soprattutto con i suoi Ready-mades, richiamava l‘attenzione sull‘inevitabile collocazione dell‘arte nel grande contesto sociale e generalmente temporale, e sottolineava la necessità che essa non si chiudesse a tale contesto.

Joseph Beuys riprese la posizione di Duchamp più analiticamente motivata e associò questa all‘impegno socio-politico di numerose avanguardie storiche, fino al surrealismo. Egli sviluppò un proprio sistema di valori economici, sintetizzandone i dati di riferimento nella nota conferenza tenuta in occasione dei "Bitburger Gespr?he" (= Colloqui di Bitburg) agli inizi del 1978: Ma che cos‘è CAPITALE?…giacché esso può essere soltanto la capacità umana. Il concetto ampliato dell‘arte è il concetto concreto di capitale.

ARTE = CAPITALE

Chi dal punto di vista fenomenologico osserva il flusso dei valori economici nell‘ottica della produzione, vede il valore "economico 1" nella capacità (creatività), il valore "economico 2" nei beni di consumo spirituali o fisici, che derivano dall‘impiego della capacità nel lavoro in combinazione con i materiali forniti dalla natura. I mezzi di produzione sarebbero da considerare quali risorse di più elevato livello di sviluppo. In questo processo nessun valore economico emerge nella sua qualità – come accade oggi – di essere proprio del DENARO“. Sebbene i valori economici di Beuys siano anch‘essi immateriali, li distingue dal denaro il loro legame con le capacità "naturali" dell‘uomo quale centro di tutti gli eventi economici: „IL DENARO SI E‘ EMANCIPATO ed è divenuto il regolatore legale di tutti i processi economici. La nuova creazione del denaro nel SISTEMA DEMOCRATICO DELLA BANCA CENTRALE avviene dal NULLA…“ (i)

Gli approcci più indifferenti di Andy Warhol o di Robert Watts si accontentavano invece di una „presentazione“ più ironica della banconota quale manufatto in forma artistica. Nei suoi quadri degli anni '70, Warhol riproduceva la banconota del dollaro in numero e disposizione arbitraria, mentre Watts poneva in risalto l‘avida tesaurizzazione di banconote quale comportamento assurdo, ad esempio nella sua opera "Dollar Bills in Wood Chest" del 1976 ca., composta di tre pile di riproduzioni di dollari in banconote collocate in una cassetta di legno, su misura, accuratamente realizzata a mano. Marcel Broodthaers, invece, metteva a fuoco ripetutamente nella sua opera il rapporto tra il recepire l‘arte e il mercato dell‘arte al fine di insidiarlo con l‘ironia. Ciò nonostante, la sua posizione rimane più legata all‘indifferenza di Marcel Duchamp. Con maggiore intensità si è invece confrontato con il mercato monetario, Thomas Huber nella sua opera "Die Bank" del 1991, che riprende le idee centrali di Beuys, tuttavia tematizzando le comparabilità in un contesto più poetico.
 

Paolo Monti, Bernini endotaking + perimetrazione Y3 841041 K, 1992

Rispetto a tali approcci, Paolo Monti intraprende un percorso tutto suo. Egli è meno interessato al complessivo contesto sociale del denaro che alle caratteristiche formali della banconota oltre che alla logica paradossale, entro cui essa si muove. In molti dei suoi lavori si trovano contrapposte in maniera diretta la presenza fisica della banconota e l‘astrattezza tendente all‘assurdità del valore monetario. In queste opere, il denaro – che Beuys diceva inoltre essersi autonomizzato – appare essere rinchiuso in un sistema di riferimento proprio. L‘intervento artistico, invece, riconquista al denaro una "libertà", trattando le banconote con processi fisici e sostanze chimiche che, con il tempo, portano al dissolvimento della base materiale del valore astratto. Ciò significa che il valore astratto, una volta svincolato dal legame "terreno" con il supporto cartaceo e la sua forma, viene a trovarsi nuovamente in un continuum spazio-temporale, nella quarta dimensione.

E ancora sotto un altro aspetto Monti percorre una sua propria strada. In particolare le opere degli ultimi anni mostrano una svolta sorprendente del tema in direzione di una generale tematizzazione della rappresentabiltà di fenomeni non visibili. E qui si giunge ad insolite associazioni tra quesiti culturali generali e i fenomeni legati al denaro, in precedenza così marcatamente posti in risalto.

Il concetto chiave in quest‘ambito è l‘equivalenza. Tale concetto può essere applicato tanto al sistema monetario quanto agli importanti aspetti estetici dell‘arte figurativa. Pertanto, per quanto riguarda la composizione di un quadro o di una scultura, gioca un ruolo determinante il peso attribuito agli elementi. Nel punto d‘intersezione tra denaro e arte si pone tuttavia la questione dell‘equivalenza, in questo modo: "Sussiste allora un‘equivalenza fra arte e denaro relativamente al senso di entrambi i concetti di equilibrio e di equivalenza?
 

Paolo Monti, Valere tanto quanto, 1980 - “Il peso di frammenti sottratti a banconote in corso ne definisce il corrispondente valore”

Mentre si può parlare di equilibrio in riferimento alla totalità dei flussi monetari in un‘economia politica, la questione circa l‘equivalenza è in primo luogo la seguente: Qual è il valore di questa o quella determinata somma di denaro? La risposta sembra semplice e comprenderebbe i molti e praticamente infiniti gruppi di beni che, di volta in volta, si potrebbero acquistare con il denaro. D‘altra parte, qual è il valore di un‘opera d‘arte? E‘ chiaro che non ci si aspetta in primo luogo una indicazione di prezzo, sebbene ovviamente anche una somma di denaro può essere uno dei molti possibili equivalenti di un‘opera. Picasso potrebbe aver colto nel segno quando rispose ad una signora che, di fronte ad un suo dipinto, gli chiedeva che cosa rappresentasse: "Madame, questo quadro rappresenta 20 milioni di franchi". (ii)

Se invece si ricordano i concetti di Beuys, diventano chiari anche gli intenti di Paolo Monti. L'equivalenza nel senso di una "corrispondenza" crea il legame tra i valori astratti, che l'artista ha "liberato", e le caratteristiche umane. Ma che cosa sono in definitiva queste caratteristiche? Si possono effettivamente anche rappresentare, ossia astrarre? Qui viene ripreso un vecchio tema dell‘arte figurativa, risalente già a Platone: che cosa rappresenta un‘immagine? Ciò viene reso in maniera chiarissima nelle opere più recenti di Monti con le immagini fotografiche delle zone calde e fredde di un corpo umano. La tecnica fotografica visualizza determinati processi chimici e fisici nel corpo e mostra al tempo stesso il profilo della figura umana. Queste foto sono dunque, in senso proprio, dei ritratti. A tale riguardo ancora Schiebler: "Poiché l‘equivalenza non è uguaglianza, non può trattarsi di una sostituzione (bensì di trasporre, trasformare, metabolizzare). Un ritratto non deve sostituire la persona raffigurata, si tratta di una propria realtà che, sotto certi aspetti, ha meno valore e sotto altri più valore della persona ritratta. Tuttavia, quale equivalente di un ritratto non può valere la persona raffigurata, giacché allora non si capirebbe perché i ritratti di una stessa persona, eseguiti da atisti diversi, hanno valori diversi. L‘equivalente è l‘immagine creata nella mente dell‘artista. Questa figura delicata e interpretabile può essere tuttavia realizzata soltanto attraverso un medium della stessa natura: nella mente dell‘osservatore… Soltanto denaro e arte possiedono questa combinazione costituita dall‘essere sottoposti ad un sistema di regole estremamente complesso e dal possedere un‘apertura universale – libertà creata. Dipende dai loro utilizzatori che cosa ne faranno". (iii)
 

PAOLO MONTI, De-localizzazioni retro-azioni infiniti, 1998

Monti utilizza il ritratto (per lo più si tratta della sua propria immagine) per portare il concetto di equivalenza anche in questo caso ad absurdum. Nel far ciò, giocano un ruolo sostanziale gli aspetti logico-formali di tale questione. Nonostante l‘attrattiva cromatica di questi quadri e la mantenuta riconoscibilità della figura umana, essi danno l‘impressione di vuoto in senso esistenziale. Anche qui i quadri si muovono in un sistema di riferimenti propri, che tende ad esaurirsi in se stesso. Poiché però – come si è già chiarito – le considerazioni di Monti, nonostante le arzigogolate costruzioni logiche, convergono su un piano esistenziale, egli procede anche nel caso dei ritratti in modo coerente sottoponendo al tempo stesso i ritratti a delle riduzioni formali fino alla irriconoscibilità della figura umana. Anche qui avviene la liberazione del valore astratto (in questo caso dell‘uomo, la cui immagine viene mostrata) in un continuum spazio-temporale non rappresentabile, nella quarta dimensione. In essa si aprono di nuovo tutte le possibilità per dei procedimenti sperimentali. Monti recupera dunque libertà d‘azione all‘alchimia tanto in un ambito "razionale" (denaro) quanto anche in un ambito "non-razionale" (arte). Ciò lascia sperare per il futuro.
 

Vaduz, Dicembre 2000
Friedemann Malsch
Direttore del Museo d'Arte Contemporanea di Liechtenstein


 

 

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Testi critici sulla trattazione del denaro nell'opera di Paolo Monti


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TazebAu al Circolo Bateson

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Liftoff Sindone 21' 37", 2011

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(i) ancora in: Harten, J?gen/Kurnitzky, Horst (ed.), Museum des Geldes. ?er die seltsame Natur des Geldes in Kunst, Wissenschaft und Leben (Museo del denaro. Sulla strana natura del denaro nell‘arte, nella scienza e nella vita), Dusseldorf, 1978 II, pag. 18

(ii) Ralf Schiebler, ?uivalenz (Equivalenza), in: Harten, J?gen (ed.), Das f?fte Element – Geld oder Kunst (Il quinto elemento – Denaro o arte), K?n, Dumont, 2000, pag. 136

(iii) ibid.
creata = n.d.T. = il termine usato in tedesco significa tanto "creare" quanto "coniare"
 


Il denaro, il ritratto e la quarta dimensione. Sulle opere di Paolo Monti
è tratto dalla raccolta di testi prodotti per la mostra personale di Paolo Monti, Vierdimensional², tenutasi nel 2001 all'Università di Konstanz (D),
Galerie Auf Der Empore.
 

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